25 novembre - Messaggio del Ministro dell'Istruzione e del Merito
Messaggio per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
Care Studentesse, cari Studenti, Dirigenti, Docenti, Personale Scolastico,
a tutti voi intendo manifestare la mia vicinanza in una ricorrenza come quella odierna, dedicata al contrasto alla violenza sulle donne.
Un impegno collettivo, prezioso e paziente, che deve vedere tutti noi uniti in uno slancio appassionato per coltivare la sempre più profonda consapevolezza nello sviluppare la cultura del rispetto. Un cammino che ora è sancito dalla centralità assegnata all'educazione al rispetto e alle relazioni nelle nuove Linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica. Si tratta di percorsi educativi che devono essere sviluppati in ogni scuola e che necessitano di una formazione specifica appositamente finanziata dal Ministero.
Il 25 novembre è qualcosa di più di una ricorrenza da celebrare.
È il giorno simbolico per ricordarci che stiamo adempiendo ad un dovere. La violenza
va ripudiata sempre e comunque in ogni sua forma.
Dobbiamo imparare a riconoscere fin dalle prime avvisaglie la pericolosità di atteggiamenti che negano la dignità, l'autonomia e l'irripetibile unicità di ogni persona.
Dobbiamo sapere ascoltare le testimonianze coraggiose di chi ha saputo liberarsi dalla spirale di relazioni predatorie.
La scuola può fare tanto: proprio dalle aule deve partire un'autentica rivoluzione culturale che insegni il rispetto verso ogni persona, che favorisca la costruzione di identità personali che riconoscano i confini dell'io di ogni giovane, che sappiano accettare i "no", che educhino all'empatia e all'accettazione del consenso come presupposto di ogni relazione.
Questi sono solo alcuni tratti della straordinaria rivoluzione culturale di cui ciascuno deve sentirsi protagonista.
La scuola è impegnata in un'attività pedagogica, per coinvolgere tutte le sue componenti in percorsi didattici finalizzati allo sradicamento della violenza e allo sviluppo di un'affettività sana e consapevole, per avere donne e uomini liberi, capaci di relazionarsi nel rispetto reciproсo.
Alcuni dati a disposizione ci confortano: un monitoraggio recente ha certificato che circa il 70% delle esperienze educative avviate in attuazione delle nuove Linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica sul tema della violenza ha fatto emergere concreti progressi nel comportamento e nelle relazioni tra i giovani.
In questo percorso non è solo l'educazione civica a svolgere una funzione essenziale. Lo sviluppo della cultura del rispetto, l'educazione alle relazioni e all'empatia giocano un ruolo centrale nelle nuove Indicazioni nazionali, in conformità con il carattere costituzionale di una scuola incentrata sulla valorizzazione della persona.
Allo stesso modo, è funzione primaria della scuola ostacolare ogni discriminazione, dando concretezza all'articolo 3 della Costituzione, dove i Costituenti vollero inserire con straordinaria lungimiranza il richiamo alla pari dignità di tutti i cittadini. Innanzitutto, senza distinzione di sesso, oltre che di razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali.
Va pure ricordato che la pari dignità della donna viene richiamata dall'articolo 37 della Costituzione, dove si proclama il suo diritto all'eguaglianza come lavoratrice e il diritto a svolgere le sue funzioni di madre.
La scuola è chiamata ad un'autentica battaglia di "civiltà" che esige la
"presenza" costante e vigile di ciascuno di noi.
Conoscere, approfondire, sperimentare, non avere timore di fare e di farsi domande, di condividere fragilità e speranze: è così che potremo avere un futuro fatto di legami forti, di consapevolezza del valore inestimabile che ognuno di noi rappresenta per sé e per gli altri.
IL MINISTRO
Prof. Giuseppe Valditara
